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Filosofia e Filosofie

Pubblicato il: 12/11/2009 20:21:25 -


Spunti e riflessioni per avviare un confronto aperto sui i temi e i problemi riguardanti l’insegnamento della filosofia nella scuola superiore.
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L’insegnamento della filosofia nella scuola secondaria superiore si rivolge all’età della domanda ed è innegabile che “le risposte filosofiche non risolvono i quesiti della realtà […] piuttosto coltivano la domanda, mettono in risalto l’essenza di questo domandare e ci aiutano a non smettere di farlo, a domandare sempre meglio, a umanizzarci nella convivenza perpetua con il quesito.” (Fernando Savater, Le domande della vita).

L’insegnante di filosofia ha il compito di coniugare l’approccio motivazionale che fa appello alla filosofia implicita ? che appartiene alla considerazione secondo la quale “tutti gli uomini sono filosofi” ? con lo studio del pensiero dei filosofi e delle loro opere.

Il lavoro che caratterizza l’insegnamento della filosofia è notevolmente complesso e articolato: consolidare negli alunni il metodo di studio, sviluppare le capacità logiche di analisi e di sintesi e la riflessione critica, curare l’apprendimento dei linguaggi specifici e la capacità argomentativa, guidare al confronto fra modelli di pensiero diversi, sviluppare nei giovani l’etica della responsabilità in funzione della formazione alla cittadinanza, sviluppare il sentimento estetico.

Uno dei problemi da affrontare, in vista della riforma della scuola superiore, riguarda il superamento dell’impostazione che caratterizza l’impianto disciplinare in vigore e che, rispetto ai contenuti dei programmi, fa ancora riferimento alla riforma gentiliana.

Una rielaborazione dei programmi di filosofia non può prescindere da una riflessione attenta che tenga presente gli esiti della pratica didattica nel corso di questi ultimi anni. Pertanto, dovrebbe essere prioritario il confronto con gli stessi docenti, un confronto che permetta di far emergere sia il lavoro individuale che il lavoro collettivo, portato avanti anche nell’ambito dei dipartimenti, presenti in molte realtà scolastiche. I dipartimenti sono stati istituiti per rispondere all’esigenza dei docenti di confrontarsi sulla programmazione didattica, sui contenuti dei programmi, sui tempi della didattica e per riuscire a realizzare progetti formativi condivisi.

L’insegnamento della filosofia, qualora venga inteso anche nella sua funzione “propedeutica” sia per le materie di area umanistica che di area scientifica, dovrebbe contribuire ? in un’ottica dell’unità della cultura ? alla realizzazione dell’interdisciplinarità, con la finalità di creare sinergie per la realizzazione dei progetti presenti nel piano dell’offerta formativa.

Nel momento in cui si condividano tali presupposti, si potrebbe pensare all’utilità di estendere l’insegnamento della filosofia anche agli istituti tecnici e alla formazione professionale. Tale opportunità andrebbe valutata nel momento in cui la filosofia venga intesa nel suo significato più ampio: come “formazione della persona”, contribuendo al collegamento fra il sapere e la vita.

Se consideriamo la filosofia nell’agorà, l’agorà contemporanea è rappresentata dai mezzi di comunicazione. Quali sono i cambiamenti che l’insegnamento della filosofia è destinato ad avere attraverso l’utilizzo di strumenti innovativi multimediali? Un’analisi di tale mutamento meriterebbe un’attenzione specifica, su come l’uso della rete abbia aperto nuovi orizzonti alla didattica e su come abbia contribuito a trasformare le abilità cognitive dei nostri studenti.

Quale didattica della filosofia? Già da diversi anni ci si interroga sulla realizzazione di una didattica della filosofia per problemi, in cui la lettura del testo filosofico debba assumere un rilievo specifico e, negli ultimi anni, diversi manuali di filosofia hanno provato a seguire una simile impostazione.

Uno degli interrogativi ricorrenti è come condividere i metodi della didattica per superare il rischio di rimanere delle monadi: si continuerà a insegnare la filosofia, seguendo il metodo “tradizionale”, descrivendo il pensiero dell’autore, contestualizzandolo storicamente e considerando la lettura del testo filosofico come di contorno, come un ulteriore arricchimento (taglio didattico che molti di noi hanno seguito e continuano a seguire)? Oppure è necessario cambiare radicalmente impostazione, partendo direttamente dai testi, attenendosi al dato che il discorso dell’autore precede in senso sia cronologico che logico il discorso sull’autore stesso? Prima la lettura e l’analisi del testo filosofico (in tutti i suoi aspetti) e poi il commento e l’interpretazione.

Un taglio “sincronico”, in cui testi di filosofi di una stessa epoca siano messi a confronto, potrebbe giovare alla contestualizzazione storica e potrebbe contribuire a far emergere con maggiore chiarezza il rapporto con i pensatori coevi, le mode culturali, i riferimenti al contesto sociale e ne gioverebbe la stessa riflessione teorica. La personalità e il pensiero dell’autore verrebbero a perdere quel carattere di astrattezza con cui un determinato filosofo potrebbe essere percepito dagli alunni.

Come superare l’alternativa fra la storia della filosofia e la filosofia per problemi? È possibile trovare una sintesi? Una delle proposte potrebbe essere la costruzione di percorsi sui grandi temi che segnano la riflessione filosofica e che hanno caratterizzato le varie epoche della storia del pensiero filosofico. Le difficoltà però esistono e sono emblematiche, e mi riferisco all’ordinamento liceale, in cui lo studio della filosofia antica inizia, nel primo anno, senza il raccordo con il programma di storia che invece prende avvio dallo studio dell’età medievale, così come avviene per il programma di letteratura. Nel secondo anno del liceo, un esempio fra gli altri, l’insegnante di fisica, l’insegnante di lettere, l’insegnante di filosofia e di storia possono invece costruire un percorso interdisciplinare, affrontando insieme temi comuni e correlati fra loro, come il contesto storico e filosofico in cui ha avuto luogo la rivoluzione scientifica, l’evoluzione del metodo scientifico, i caratteri delle fisica galileiana, l’analisi letteraria delle opere di Galileo, le caratteristiche del linguaggio scientifico, il rapporto fra fede e scienza, fra scienza e potere.

Nell’intento di superare tali difficoltà e nell’ottica della scuola dell’autonomia, una delle proposte innovative è stata quella di lavorare per moduli, articolati in unità didattiche.

Tuttavia, per la realizzazione di una didattica modulare, è necessario che l’istituzione scolastica sia in grado di offrire un’offerta formativa “alta”, selettiva e flessibile allo stesso tempo e un’organizzazione della didattica che corrisponda a tale impostazione.

Giulietta Ottaviano

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